
Gianni Morandi in uno scatto rubato al wc da una donna. (Fonte https://www.facebook.com/giannimorandiofficial/photos/a.10152205834043438.1073741826.93146378437/10157495335608438/?type=3&theater)
La foto che vedete sulla destra è stata pubblicata pochi giorni fa dal noto cantante Gianni Morandi sul suo profilo Facebook, e sta facendo il giro del web.
È una foto molto eloquente. Morandi stesso ha spiegato che mentre era in un bagno pubblico, una donna è entrata di nascosto e dopo averlo chiamato, gli ha scattato al volo una foto. È stata poi la stessa donna a mettere in giro lo scatto, e solo successivamente il cantante ne è venuto in possesso. Che Morandi sia contrariato è evidente dall’espressione del volto e dalla mano alzata che sembra proprio voler dire “ma vai a cagare”.
Immaginate per un attimo cosa sarebbe accaduto se un uomo si fosse precipitato nel bagno delle donne, e avesse scattato una foto a qualsiasi personaggio femminile dello spettacolo mentre questa era intenta ad espletare i suoi bisogni. Sarebbe sorto l’ennesimo scandalo di portata nazionale e le femministe avrebbero utilizzato l’evento come pretesto per sottolineare quanto gli uomini siano prepotenti e violenti, al punto da sentirsi in diritto di violare l’intimità femminile per soddisfare i loro istinti. La protagonista dello scatto, probabilmente, avrebbe approfittato dell’accaduto per avere ulteriore visibilità ed ergersi nello stesso tempo a vittima e a paladina dei diritti delle donne, invitando tutte a denunciare il loro “aguzzino”, perché un uomo che arriva a commettere gesti del genere non solo è pericoloso, ma potrebbe trasformarsi in un “femminicida”. Il colpevole sarebbe poi stato costretto a chiedere pubblicamente scusa, e se non fosse stato linciato prima, forse si sarebbe beccato una denuncia.
Perché allora in questo caso non è accaduto nulla? Perché una donna può sentirsi in diritto di entrare nel bagno maschile, scattare una foto di nascosto a un uomo mentre è all’orinatoio, diffonderla nel web e restare impunita?
La risposta è molto semplice.
Perché oggi come ieri la dignità maschile non ha lo stesso valore di quella femminile.
Perché l’uomo è molestabile.
Perché il suo corpo è sacrificabile e accessibile senza permesso.
Perché se una donna abusa di te, tu DEVI essere contento.
Perché ciò che per le donne è una molestia per un uomo DEVE essere un PIACERE.
Perché “una donna non si tocca nemmeno con un fiore” mentre un uomo lo puoi umiliare quanto vuoi.
Perchè, in fondo, il corpo è tuo ma lo gestisco io.
È tutto questo non è maschilsimo come vogliono farci credere, colpevolizzando gli uomini anche quando sono vittime.
Tutto questo è ginocentrismo. È considerare le donne esseri speciali, dalla dignità e moralità superiori, e viene alimentato quotidianamente dai media, dalla scuola, dalla magistratura, dalla famiglia, e in primis dagli stessi uomini.
Lo stesso Morandi nel suo post anzichè denunciare la donna che ha comoiuto questo gesto, ha preferito chiosare così:
All’inizio mi sono arrabbiato ma poi mi sono fatto una bella risata!
Ci sono cose più gravi nella vita…
Ed è proprio questo il problema. Fino a quando gli uomini cotinueranno a “farsi una rista” saranno sempre carnefici anche quando sono in realtà vittime. Fino a quando “i maschi” non impareranno ad avere rispetto per sé stessi, non otterranno mai quella giustizia e la tutela di quei diritti sempre più spesso violati.
Il tema dei diritti dei padri separati, la questione delle morti sul lavoro, l’abbandono scolastico maschile, la tutela degli uomini vittime di violenza, i diritti riproduttivi, e mille altre problematiche che abbiamo affrontato, non potranno mai trovare sbocco verso qualcosa di concreto se non ci sarà una forte presa di coscienza maschile e un cambiamento degli uomini relativamente al modo di percepire e vedere loro stessi.