Uno scienziato italiano, Alessandro Strumia, ha tenuto una relazione ad una conferenza al CERN di Ginevra sul tema “Fisica delle alte energie e gender”. Ha sostenuto che le donne che ottengono risultati accademici di alto livello in fisica sono meno degli uomini perchè sono molto meno le studentesse che hanno interesse per la fisica, e quelle che si laureano sono in media(1) meno dotate dei loro colleghi uomini. La presentazione era destinata ad un pubblico di addetti ai lavori (fisici e matematici) ed era corredata da dati statistici presentati con linguaggio formale.
I vertici del CERN hanno passato tre giorni a discutere su cosa fare e alla fine hanno deciso di sospendere lo scienziato. A quel punto è scoppiata la bagarre mediatica. Ne hanno parlato il Corriere, la Repubblica, Il Fatto Quotidiano e molti altri media main stream. L’eco sulla stampa anglosassone è stato ancora più fragoroso, basta cercare Strumia in Google News ed escono decine di articoli inclusa BBC, Times, The Guardian.
Quanto qui interessa non è la questione in sè, ma il fatto che il CERN ha disposto la cancellazione delle slides della relazione dello scienziato italiano. Prima che il braccio secolare dell’inquisizione del CERN procedesse al rogo delle slides qualcuno ha provveduto a salvarle sul Google Drive. Ma poichè anche lì non sono del tutto al sicuro, il sottoscritto ha pensato di caricarle come allegato nella stiva della nave corsara di questo blog. Così chi vuole farsi un’idea della fondatezza delle affermazioni sostenute dallo scienziato italiano sarà libero di leggere le presentazione e consultare le fonti citate (come è d’uso nel dibattito accademico moderno).
Ciò premesso, entriamo nel merito della vicenda.
Alessandro Strumia è pisano. Come il suo illustre conterraneo Galielo Galilei deve avere un brutto carattere e una tendenza alla testardaggine. Ma è motivo sufficiente questo per impedire la libera discussione della teoria che ha presentato? Facciamo un parallelo con quanto accadde all’altro pisano nel famoso processo a cui venne sottoposto. Contrariamente a quanto si crede Galielo non venne condannato per aver sostenuto che la terra gira attorno al sole, ma per il mancato rispetto di alcuni obblighi che si era assunto con il Santo Uffizio. In poche parole, non si trattava di una vera ingerenza delle autorità nel merito della libertà della ricerca scientifica, ma di una specie di problema amministrativo nato dall’invidia dei colleghi accademici. Nel merito poi la teoria di Galielo conteneva incoerenze ed errori tecnici, e i suoi critici poterono farlo notare al processo perchè avevano letto i suoi libri e li avevano capiti. Il filosofo della scienza Paul Feyerabend ha scritto sul caso Galileo:
Si ordinò ad alcuni esperti di dare un parere su due enunciazioni che contenevano una descrizione più o meno corretta della dottrina copernicana. La loro conclusione toccava due punti: quel che oggi chiameremmo il contenuto scientifico della dottrina, e le sue implicazioni etiche (sociali). Riguardo al primo punto, gli esperti definirono la dottrina «insensata e assurda in filosofia» o, usando termini moderni, la dichiararono non scientifica. Questo giudizio fu dato senza far riferimento alla fede o alla dottrina della Chiesa, ma fu basato esclusivamente sulla situazione scientifica del tempo. Fu condiviso da molti scienziati illustri — ed era corretto fondandosi sui fatti, le teorie e gli standard del tempo. Messa a confronto con quei fatti, teorie e standard, l’idea del movimento della Terra era assurda. Uno scienziato moderno non ha alternative in proposito. Non può attenersi ai suoi standard rigorosi e nello stesso tempo lodare Galileo per aver difeso Copernico. Deve o accettare la prima parte del giudizio degli esperti della Chiesa o ammettere che gli standard, i fatti e le leggi non decidano mai di un caso e che una dottrina non fondata, opaca e incoerente possa essere presentata come una verità fondamentale. [Contro il metodo. Abbozzo di una teoria anarchica della conoscenza (Feltrinelli 2013)]
Ma che dire delle autorità del CERN? Il comunicato stampa con cui licenziano il loro scienziato pisano non indica errori:
Il Cern considera la presentazione come altamente offensiva. Ha quindi deciso di rimuovere le slide dall’archivio online, in linea con il codice di condotta che non tollera attacchi personali e insulti. Gli organizzatori del Cern e di molte università non erano a conoscenza del contenuto del discorso prima della conferenza. Il Cern si schiera a fianco di molti membri della comunità che hanno espresso la loro indignazione per le dichiarazioni inaccettabili contenute nella presentazione. [Fonte: https://press.cern]
Ma se leggete le slides farete fatica a trovare offese e insulti. Sono zeppe di numeri, formule e grafici. Del resto sono dirette ad una platea di specialisti che con la matematica hanno molta familiarità. E in base a quali standard il CERN ha giudicato assurda la teoria di Strumia? Non ci è dato a saperlo, ma possiamo immaginarlo.
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Note:
(1) In media non significa che siano tutte meno dotate, ma che, ad esempio, in un campione di donne laureate in fisica la percentuale di quelle molto dotate sarà inferiore di quella che si potrà trovare in un corrispondente campione di uomini laureati in fisica.
(2) La relazione di Strumia non contiene affatto una svalutazione del contributo femminile alla storia delle scienze. Viene citato il Nobel a Marie Curie come un esempio del fatto che quando il valore scientifico emerge, viene sempre riconosciuto anche nelle donne.
(3) Il contributo al dibattito di Strumia può essere visto nell’ottica della epistemologia popperiana come un tentativo di falsificare la teoria main stream secondo cui le donne sarebbero meno presenti nel lavoro scientifico perchè discriminate. Strumia cerca di dimostrare con i dati che non c’è nessuna discriminazione. E viene censurato senza che nessuno opponga ai suoi dati niente altro che l’accusa che si tratterebbe di insulti offensivi. Come si possano vedere offese e insulti in una serie numerica non è dato a sapere a noi comuni mortali, ma forse fisici e matematici hanno un linguaggio segreto che non possiamo comprendere.